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Chaotica Metal Feast (Aposthate + Urto + Superbia + Cadaver Mutilator + Velchans) Il solito posto - Via Santo Spirito - Caltanissetta - 26/07/2007
Il Chaotica Metal Feast di Caltanissetta è ormai appuntamento tradizionale delle afose estati siciliane, dato che quella del 2007 è la terza edizione, organizzata con fatica dalla TAF Production, che ringraziamo per ciò che è riuscita a creare in una terra storicamente avara dal punto di vista dei concerti. Il festival, pubblicizzato abbastanza in anticipo, grazie anche ad un passaparola tra i metallari (cosa che dovrebbe avvenire più spesso), si tiene in un locale chiamato “Il solito posto”.
Ci preme puntualizzare, però, che non tutti sanno dove si trovi il locale e che, purtroppo, le informazioni stradali lasciano parecchio a desiderare. Speriamo, comunque, che la prossima volta ci sia un miglioramento anche da questo punto di vista, come compete ad un festival con grandi potenzialità di espansione, come il Chaotica.
Arrivati con tanta fatica al locale, spazioso, elegante e circondato dal verde, ci accorgiamo presto che non è riservato alla nostra serata, ma sono presenti anche famiglie e discotecari, che, non riuscendo ad abbandonare una tantum il loro consueto, amato luogo di ritrovo (come se le piazze, le pizzerie o le spiagge non esistessero più), decidono di entrare ugualmente, per poi disgustarsi alla vista di gente sbandata, cattiva e spettinata. Peccato che non abbiano capito che il disgusto è tutto nostro, nel vedere anche qui le loro magliette piene di brillantini!
Dopo i consueti incontri con i conoscenti di altre province e le discussioni sulle ultime novità musicali e sociali, appaiono sul palco i Velchans, black metal da Enna. Aprire un festival non è certo cosa facile, specie davanti ad oltre duecento persone, comunque i ragazzi se la cavano discretamente, anche se ci saremmo aspettati maggiore cura nell’immagine, non certo perché ci teniamo particolarmente, ma perché, nel caso di un gruppo black, arricchisce e crea suggestione.
Seguono i Cadaver Mutilator, grind metal da Palermo, con una esibizione devastante, come un treno impazzito che travolge tutto ciò che si trova davanti o come un toro infuriato mentre incorna il malcapitato torero. Il genere non ci fa impazzire, ad essere sinceri, ma non possiamo non notare che l’attitudine non manca e che il riscontro del pubblico si leva alto.
I Superbia, che propongono un death più tecnico ed articolato, con qualche venatura progressive, sono artefici di una prestazione a nostro parere non molto capìta, anche se valida, proprio perché di non immediata comprensione; la band, comunque, è penalizzata da alcuni problemi audio, presenti fin dall’inizio, che, purtroppo, continueranno fino al termine della serata.
Gli Urto, thrash metal da Trapani, sono parecchio attesi: il gruppo, probabilmente, ne è ben consapevole e non delude, bensì trascina con un thrash vecchia scuola che scatena entusiasmo anche nei più giovani. Ci sembra degna di nota la notevole interpretazione di “Into the Pit” dei Testament, con cui gli Urto si congedano dai presenti: magari ad alcuni il brano non ha ricordato nulla, ma a noi ha dato emozioni incredibili, degne di tempi indimenticabili ed insuperabili.
Chiudono, come da copione, gli Aposthate, che, giocando in casa, infiammano il pubblico presente senza grandi problemi. Anche in questo caso, una buona prestazione, non solo grazie alla violenza del loro death, ma anche tramite i vari cambi di tempo delle canzoni; il suono è ancora inficiato da problemi audio, comunque tollerabili, dato che, suonando all’aperto, non c’è molto rimbombo e i pezzi si distinguono meglio rispetto alla precedente esibizione dei nisseni.
Ci ritroviamo alla fine quasi senza accorgercene, dato che il tempo è volato e che tutti i gruppi sono stati poco tempo sul palco, per non sforare troppo con gli orari, visto che non solo i fan, ma anche i musicisti devono tornare a casa: se rispettare gli orari diventasse una norma, anziché un evento?
Senz’altro un festival riuscito, quindi, dal punto di vista dell’affluenza e del gradimento del pubblico; le band hanno dato tutto sul palco e di certo è valsa la pena di spostarsi da casa e di affrontare le sempre pessime strade siciliane. Non abbiamo alcun dubbio nel prevedere una ulteriore crescita del Chaotica Metal Feast, con la speranza che varchi i confini siciliani, naturalmente anche mediante il costante supporto dei tanti che hanno affollato il locale, decidendo di trascorrere una serata diversa, lontano dal caldo e dal nulla televisivo che in questi anni ci opprime.
Giuliano Latina
FireMan
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